Il territorio
La cittadina di Ispica domina il mare dalla stessa altura da cui parte un’affascinante stazione preistorica, ricca di ritrovamenti archeologici e circondata da una lussureggiante vegetazione mediterranea tipica delle cave iblee.
Famosa per la ricchezza del suo barocco, che le ha permesso di essere teatro privilegiato delle riprese del celeberrimo film di Pietro Germi “Divorzio all’italiana”, ha la sua chiesa più prestigiosa in quella dI Santa Maria Maggiore, Basilica del XVIII secolo, nell’omonima piazza.
Di fronte e tutto intorno alla Basilica l’imponente “Loggiato del Sinatra”, costruito nel 1749 su modello del Bernini di Piazza San Pietro a Roma. Il loggiato è di forma semicircolare e comprende tre arcate centrali e altre dieci per lato, tutto in stile rococò e già sottoposte a restauro conservativo.
Il Palazzo Bruno di Belmonte, poi, in corso Umberto (sede del Comune) è l’edificio liberty più importante della provincia di Ragusa, costruito a partire dal 1906 su progetto di Ernesto Basile, uno tra i maggiori architetti liberty europei.
Dalla città è raggiungibile il Parco Archeologico della Forza e Cava d’Ispica, attraverso le cento scale scavate nelle roccia dove sono visibili tracce degli affreschi del periodo bizantino, una scala sotterranea di 280 scalini che conduce al fondovalle. Il Parco della Forza è un’area archeologica lunga 13 Km è ricca di insediamenti, di chiese e tombe rupestri.
La costa sotto il paese di Ispica, segnalata con una Vela Blu sulla guida di Legambiente, si presenta sabbiosa, con lunghissime spiagge che da “Marza” e “Porto Ulisse” si estendono fino alla spiaggia di “Castellazzo” e “Santa Maria del Focallo” che conduce fino a Pozzallo. Qui le lunghe spiagge mediterranee, dal caratteristico colore dorato, sono protette da alte dune di sabbia, dove vegetano acacie, ginepri e graminacee.
A pochi chilometri è possibile raggiungere Modica, Ragusa, Caltagirone, Noto, La riserva di Vendicari, Marzamemi, Sampieri , Palazzolo Acreide e molti altri preziosi borghi d’Italia che fanno da sfondo alla traduzione televisiva dell’opera letteraria di Andrea Camilleri. Vigata, Marinella, Montelusa sono infatti stati tutti ricreati in questo territorio, allargandone la fama a tutta l’Europa.